Sta arrivando John Dillermand..!

Grande successo in Danimarca, l’eroe del nuovo cartone animato amato dai più piccoli, John Dillermand è l'uomo con i genitali spropositati.
Mi chiedo.. Cosa succederebbe se in Italia venisse trasmesso John Dillermand? Probabilmente non lo sapremo mai, perché è difficile (per non dire impossibile) che un cartone animato come questo venga mandato in onda nel nostro Paese.
Le peculiarità del protagonista è il suo organo genitale, di dimensioni spropositate, che viene utilizzato da John Dillermand per compiere le più comuni azioni quotidiane. In Danimarca, benché non siano certamente mancate le polemiche, questo cartone animato piace molto ai bambini, che in parte si rivedono nella goffaggine del suo protagonista, quindi per il momento continuerà ad andare in onda regolarmente.
In danese, Diller significa pene. Pertanto, Dillermand può essere tradotto in italiano come "uomo pene". Già dal cognome del protagonista è facile intuire la peculiarità che lo distingue dagli altri personaggi della scena della tv per bambini. John Dillermand è un prodotto pensato per un pubblico dai 4 agli 8 anniche è stato trasmesso in anteprima solo pochi giorni fa.
 
Ciò che lascia perplessi è il plauso da parte di chi avrebbe dovuto ergersi indignato a difesa dei bambini: una tale psicologa che pare abbia difeso il format valorizzando il fatto che John Dillermand sia un eroe positivo perché “parla ai bambini, condivide il loro modo di pensare. Si assume la responsabilità delle proprie azioni. Quando ana donna gli dice che dovrebbe tenere il pene nei pantaloni , per esempio, lui la ascolta. È carino, è responsabile.”.
Credo che non siano in molti a condivider ei pensieri di questa psicologa visto che, se proprio la vogliamo dire tutta, l’esaltazione del corpo e, i particolare, la celebrazione dei genitali maschili non fa altro che standardizzare una cultura da spogliatoio. In definitiva, John Dillermand non è né innocuo né divertente perchè sdoganare il sesso sotto forma di cartoon e servirlo ai bambini piccolissimi in modo così subdolo, maschilista e apparentemente accattivante, ha qualcosa di profondamente turpe, ripugnante ma anche diabolico.
Gesù mise in guardia chi volesse creare scandalo nei più piccoli ma c’è una morale comune che prescinde dalle religioni rilevate e abbraccia anche i più ferventi cultori dell’ateismo e del progressismo: esistono limiti che ogni cultura e ogni sistema normativo al mondo ritengono invalicabili e coincidono con la tutela dei più piccoli.
In Italia il signor Dillermand non è ancora entrato nelle nostre case e speriamo che non ci entri mai. Diversamente ci sarebbe da chiedersi a cosa servano l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza  - istituita anche con il compito di tutelare i minori nel mondo della comunicazione. Se, come recita la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e la sua legge di ratifica in Italia “l’interesse del fanciullo deve essere una considerazione preminente “, John Dillermand  va assolutamente bloccato ed ai nostri fanciulli vanno lasciati i rassicuranti Peppa Pig, Masha e l’Orso,  ed Elsa di Frozen, personaggi puliti  che non puntano a far divertire i più piccoli con il pene o altri organi sessuali, ma rispettano le tappe della loro crescita.